C’È CHI È FUGGITO da una guerra, chi è stato costretto ad abbandonare il proprio Paese per scampare alle pulizie etniche o semplicemente alla fame.
Mille storie accomunate dall’essere stranieri in un Italia che, malgrado polemiche e divisioni, ha saputo accoglierli e insegnare loro un lavoro. Ci hanno pensato i volontari del consorzio Sol.Co di Como, partner della Prefettura nel progetto di accoglienza dei profughi raccolti attraverso l’operazione «Mare Nostrum», dando loro la possibilità di diventare aiuto-cuoco, panettieri e giardinieri.
«Oggi abbiamo consegnato loro i diplomi - spiega la coordinatrice, Erika Clerici - la speranza è che adesso possano completare la loro formazione attraverso un periodo di tirocinio, per poi trovare un lavoro.
Una cosa non semplice visto che sono ancora in attesa del riconoscimento del loro status». A consegnare loro l’attestato, ieri mattina nella sede di Confcooperative, il prefetto Bruno Corda.
«L’Italia vi ha accolto, anche se probabilmente molti di voi sono in attesa di un riconoscimento per andarsene altrove - è intervenuto il prefetto - L’invito che vi faccio è di mettere a frutto il vostro tempo qui per imparare un lavoro e ricominciare a vivere». Un po’ quello che ha fatto Soudey, fuggito dalla Nigeria,che ha ricominciato a sorridere da quando gli è stata data la possibilità di diventare aiuto cuoco.
«Grazie per l’aiuto che ci avete dato - ha spiegato con il suo italiano stentato - siamo arrivati qui senza niente e ci avete accolto, questa è una grande cosa per tutti noi». Aiuti che hanno generato coesione sociale e prodotto un ritorno economico, come ha riassunto il presidente di Confcooperative, Mauro Frangi.
«Questa esperienza ha dimostrato che fare del bene migliora la vita e aiuta anche l’economia del territorio».
DIGNITÀ RITROVATA
Grazie all’impegno di Acli, Caritas e Confcooperative un primo gruppo di immigrati ha conseguito il diploma di aiuto-cuoco, aiuto-panettiere e giardiniere.
Ancora ospiti nei centri di accoglienza della provincia di Como i richiedenti asilo sperano di poter iniziare a breve il loro periodo di tirocinio per poi poter cercare un lavoro. L’attestato è stato consegnato loro dal prefetto